Nell’orientamento sistemico, interesse specifico dell’intervento terapeutico, più che l’osservazione delle dinamiche intrapsichiche, è l’analisi delle situazioni relazionali che hanno generato e mantengono il sintomo. Più che l’individuo e il suo passato interessano, quindi, i rapporti che egli instaura con il contesto in cui vive.
Il nucleo teorico su cui si basa l’orientamento sistemico è l’elaborazione originaria dell’approccio strategico-sistemico del Mental Research Institute (MRI) di Palo Alto (California), negli anni Cinquanta dello scorso secolo, secondo i principi sviluppati, tra gli altri da G. Bateson, P. Watzlawick, J. Haley, Don D. Jackson.
Riguardo all’insorgere del malessere e del disagio, l’orientamento sistemico evita interpretazioni del tipo causa / effetto. L’analisi pertanto non si focalizza sull’individuo “che è …”, sulle cause individuali, ma sullo studio delle relazioni nei contesti in cui l’individuo si colloca. Sono le contraddizioni implicite, che possono comparire nelle relazioni comunicative tra persone, a dar luogo, a lungo andare, a comportamenti disfunzionali. I comportamenti disfunzionali non sono considerati come espressione di problematiche individuali ma indicano una disfunzione dell’intero sistema familiare.
Il fine della terapia è quello di trovare diverse modalità di relazionarsi e fornire una chiave di lettura più completa del problema, che apra un maggior numero di possibilità e prospettive.
L’approccio sistemico è applicabile anche alla terapia individuale. Una terapia individuale è sistemica in quanto adotta come guida per il trattamento un modello sul funzionamento familiare; l’assunzione di base è che il problema / sintomo del paziente sia espressione di un disagio associato (anche) alla posizione che egli occupa all’interno del suo sistema di relazioni significative, familiari e sociali. L’apparente contraddizione tra i termini sistemico e individuale si dissolve se consideriamo che l’individuo e la famiglia sono intesi come due ambiti applicativi della teoria sistemica, due livelli logici diversi di una stessa realtà: l’uomo e le sue relazioni.
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